3 Quale possibile sintesi in un processo di riforma dell’Istruzione Artistica?

|
Vari sono i punti più sopra indicati che richiederebbero soluzioni diverse, addirittura contrapposte. Soprattutto alcuni passaggi farebbero di certo sobbalzare l’occhiuto “tiranno” dei bilanci della macroeconomia. Ragionamenti quindi inconcludenti, destinati inevitabilmente a morire sul nascere?
Noi riteniamo di no!
Esiste innanzitutto una soluzione semplice, già nei fatti praticata, un “contenitore” in grado, se ben usato, di risolvere gran parte delle esigenze di riforma più sopra indicate 4. Questa soluzione è già praticata, autorizzata delle vigenti disposizioni ma originata da motivazioni estranee a questi ragionamenti: la soluzione è l’adozione su scala generalizzata del modulo di lezione di cinquanta minuti. L’adozione dei moduli di 50’ non più per motivi “ambientali” (si ricordi come gli Istituti di Istruzione Artistica siano poco diffusi nel territorio, con bacini di utenza molto ampi) ma legata a scelte squisitamente didattiche avrebbe indubbi vantaggi:
3.a L’introduzione dei moduli di 50 minuti libererebbe fino ad un massimo di tre ore settimanali per ogni cattedra, da utilizzare per la creazione di un budget temporale, una sorta di “banca del tempo per una buona Scuola”, da utilizzare in attività di insegnamento sussidiarie e individualizzate, sia in orario curricolare (si pensi alle possibili compresenze da effettuare sulla base di specifiche esigenze, all’interno di progetti ben definiti, documentabili, verificabili), sia attività extra-curricolari, da programmare in maniera flessibile nel corso nell’arco scolastico.
3.b Questa scelta metterebbe a disposizione da subito per il riconoscimento economico del lavoro di tutti gli Insegnanti notevoli risorse economiche, oggi disperse in mille rivoli non sempre trasparenti, risorse che potrebbero essere investite per iniziare, almeno, quell’opera di perequazione dei livelli retributivi, per dare dignità alla professione, oggi umiliata da stipendi indecenti, mettendo a nudo la doppiezza beffarda dei molti che, a parole, dicono di avere a cuore l’adeguamento retributivo della categoria5.
3.c Una scansione generalizzata delle lezioni basata su moduli di 50’ permetterebbe una riduzione dell’orario complessivo settimanale degli studenti, mantenendo il tempo di permanenza a scuola sul livello dell’attuale ed effettivo orario settimanale.
3.d Questa essenzializzazione del tempo-scuola curricolare darebbe maggior spazio temporale allo studio individuale ma anche a tutte quelle attività di crescita personale e di relazione extrascolastica 6, che sono sicuramente complementari all’esperienza offerta dalla Scuola.
3.e Questa scelta non andrebbe ad intaccare, quanto meno non in modo automatico, gli spazi destinati nel curricolo alle discipline caratterizzanti e di indirizzo, evitando così lo svilimento e la banalizzazione dell’offerta formativa, rispetto agli attuali livelli.
3.f Per ultimo, l’aggregazione nell’orario delle lezioni di due moduli da 50’ consentirebbe, specie per le materie “culturali”, di avere a disposizione un tempo ottimale per l’attività didattica, non garantita viceversa da una singola unità oraria di 60’, troppo dispersiva, anche per le inevitabili incombenze burocratiche che ogni lezione comporta. D’altra parte, l’aggregazione di due moduli da 60’ presenterebbe inconvenienti sulla curva dell’attenzione da parte degli studenti, come ben sa chi opera sul campo, per cui la parte finale di una lezione di 120’ risulterebbe di fatto poco proficua.

È quanto meno singolare che nelle poche note apparse in questo periodo nel sito del Ministero della Pubblica Istruzione per illustrare la “riforma” della Scuola Superiore la questione del modulo orario di 50’ sia stato trattato con una superficialità inquietante 7.

Da dove tanta cecità? La verità è che il Ministero (o il Ministro?) si muove per spot, piuttosto che sulla base di vere riflessioni, che abbiano a cuore le sorti della Scuola Pubblica. Il messaggio subliminale, ma non troppo, che passa in questa slide è: basta con le furbizie, ora sono arrivati i castigamatti e per i furbi e i fannulloni non c’è speranza! La verità è che per nascondere la realtà dei fatti, e i fatti sono i tagli di bilancio da “bassa macelleria” e il peggioramento generalizzato dell’offerta formativa, si preferisce parlare al “ventre” dell’opinione pubblica, perdendo opportunità storiche di razionalizzazione e di riduzione della spesa ma anche di miglioramento complessivo della qualità della scuola, che l’introduzione generalizzata del modulo orario consentirebbe. La creazione di una “banca del tempo per una buona Scuola” così come proposta al punto 3.a andrebbe ad esempio a mitigare, finanche ad annullare le attuali iniziative atte ad aumentare il numero degli allievi per classe: senza sistemi compensativi questo, ancora una volta, si tradurrebbe in un peggioramento qualitativo della Scuola.

La proposta ora avanzata può in alcuni sollevare perplessità e preoccupazioni, rispetto ad un maggiore carico complessivo che ogni Docente verrebbe a sostenere, in termini ad esempio di incremento di attività connesse all’insegnamento. Preoccupazioni legittime ma il problema oggi non è se le attività connesse all’insegnamento con questa proposta aumentino o diminuiscano, la questione centrale è un’altra, se cioè l’Istruzione Artistica debba in Italia avere o meno un futuro degno di questo nome, mentre le ipotesi orarie ministeriali circolate in questi mesi, se confermate, sarebbero esiziali per le sorti dell’intero Settore. Certo: un aumento di carico del lavoro complessivo deve trovare un giusto riconoscimento economico all’interno di piattaforme contrattuali degne di questo nome, tuttavia questo sarà più facile se la questione del recupero dei dieci minuti per modulo orario sarà posta in maniera trasparente, unitaria e generalizzata.
Ci rendiamo anche conto come siano possibili, sulla carta, delle mediazioni su questa proposta. Per esempio si potrebbe optare per una soluzione mista, invocando da un lato il mantenimento dell’attuale normativa che consente, a oggi, una parziale riduzione oraria a fronte di documentate esigenze dell’utenza, limitando la riduzione oraria per motivazioni legate all’offerta formativa allo stretto necessario. In questo modo il budget orario da recuperare si ridurrebbe, per una cattedra intera, ad un’ora settimanale. Francamente posizioni di questo tipo risultano agli scriventi contorsioni difensive da “linea del Piave”, incapaci di cogliere la gravità del momento, i rischi per la stessa sopravvivenza dell’Istruzione Artistica, la necessità di proposte forti capaci di squinternare i disegni da Controriforma posti in essere, risvegliando un’opinione pubblica sempre più confusa e appiattita sulla caccia ai “fannulloni”, novelli untori con cui celare le vergogne governative.

4 Sia chiaro: un contenitore non va confuso col contenuto; tuttavia, se il contenitore è inadeguato qualsiasi contenuto diventa inattuabile.
5 D’altra parte, anche il Ministro Gelmini sosteneva all’atto del suo insediamento, nel corso della sua audizione presso la VII Commissione della Camera dei Deputati del 10 Giugno 2008 (pag.7 del resoconto stenografico): “..Non possiamo ignorare che lo stipendio medio di un professore di scuola secondaria superiore, dopo 15 anni di insegnamento, è pari a 27.500 euro lordi annui, tredicesima inclusa. In Germania ne guadagnerebbe 20.000 in più, in Finlandia 16 .000 in più. La media OCSE è superiore a 40.000 euro l’anno. Questa legislatura deve vedere uno sforzo unanime nel far sì che gli stipendi degli insegnanti siano adeguati alla media OCSE. Ma per fare questo le difficoltà sono molte ed è necessario aggredire le cause delle iniquità del sistema, mediocre nell’erogazione dei compensi, mediocre nei risultati, mediocre nelle speranze”.
6 Si pensi a tutte quelle attività di aggregazione giovanile (nello sport, nel volontariato, ecc.), alla partecipazione a nuove forme culturali e di impegno civile (ma anche di svago) che non possono e non devono essere monopolio della Scuola.
7
http://www.pubblica.istruzione.it/ministro/comunicati/2008_miur/allegati/principali_novita.pdf

0 lascia un commento: