4. Esistono ulteriori elementi di razionalizzazione in un processo di riforma dell’Istruzione Artistica?

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Naturalmente esistono ulteriori spazi di razionalizzazione nel passaggio dagli Istituti d’Arte al Liceo delle Arti, aspetti che dovrebbero essi presi in seria considerazione, mettendo mano al processo di riforma. A mo’ di esempio ne citiamo due.
4.1 Una anacronistica distinzione che a nostro parere andrebbe superata è quella tuttora presente nelle attività sezionali, per cui la fase iniziale rappresentata dal Disegno Professionale o dalla Progettazione rimane ben distinta da quella esecutiva, rappresentata dai Laboratori. Questa distinzione dei ruoli aveva un significato varie decine di anni fa, quando gli insegnanti di laboratorio erano spesso ex allievi, magari con il solo titolo di Maestro d’Arte oppure, ancora prima, semplici artigiani, dotati di grande perizia tecnica ma incapaci di un’autonoma elaborazione didattica. In quel contesto l’istituzione della Direzione dei Laboratori aveva lo scopo di ovviare a quelle difficoltà ma oggi è del tutto priva di fondamento: le competenze, il percorso formativo e i titoli richiesti ai Docenti di Laboratorio sono di fatto sovrapponibili a quelli dei Colleghi di Disegno Professionale e di Progettazione. Il permanere di questa separazione è errata, perché:
- porta ad una artificiosa separazione tra l’idea e la sua realizzazione, rendendo tra l’altro più difficili i feedback di aggiustamento,
- comporta la formazione di cattedre di Disegno Professionale che, di fatto, sono ridotte a dodici ore di effettivo insegnamento, essendo le altre sei di Direzione di Laboratorio,
- è fonte di diseconomie nei curricoli, per le inevitabili sfasature temporali che viceversa l’unitarietà del processo ideativo, progettuale e esecutivo affidato a un solo docente eviterebbe.
In altri termini, riunificare le attività sezionali da un lato rappresenterebbe un miglioramento sul piano della didattica, permetterebbe delle economie significative uniformando le cattedre di Disegno Professionale agli standard comuni degli altri insegnamenti, consentirebbe di assorbire eventuali modeste contrazioni del monte ore complessivo destinato alle attività delle Sezioni.

4.2 Un’altra incongruenza da superare, sempre in ambito sezionale, riguarda l’insegnamento della Tecnologia delle Arti Applicate negli attuali Istituti d’Arte. Pur ribadendo l’importanza formativa della disciplina è del tutto evidente che la sua frammentarietà e la sua infelice collocazione nel triennio iniziale, già a partire dal primo anno, prima ancora che discipline propedeutiche come la fisica o la chimica siano state affrontate, comporta una sua mortificazione e uno scadimento al contributo formativo rivolto agli allievi. È quindi indifferibile una sua ricollocazione, nella parte conclusiva del ciclo di studi, concentrandola in un solo anno (eventualmente il 5° anno). Anche in questo caso, con piccoli accorgimenti dettati dal buon senso, una lieve contrazione non comprometterebbe l’efficacia di questo insegnamento, liberando nel contempo spazi orari per nuove discipline curricolari.

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