8.I limiti della Riforma Moratti travasati nell’ipotesi “Gelmini”

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8.1 La definizione del sistema dei licei

La prima questione che va posta in evidenza, nell’analisi della bozza di D.P.R. che recita: Schema di regolamento recante “Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 1328
, riguarda il comma sesto dell’articolo 2, in cui si definisce il sistema dei licei, che dovrebbe comprendere i licei artistico, classico, linguistico, musicale e coreutico, scientifico e delle scienze umane. Il mantenimento della separazione del liceo artistico dal liceo musicale e coreutico ripropone una vecchia querelle a cui il Ministero in questi anni non ha saputo dare una soluzione convincente. Nel documento già citato in precedenza nel paragrafo 6.2 si sottolineava l’opportunità della creazione di un’area artistica tout court, senza artificiose separazioni:
L’opportunità di collocare l’indirizzo musicale all'interno dell’istruzione artistica trova solide ragioni in tre sostanziali aspetti del problema che si collocano in ambiti diversi:
- Una considerazione di ordine storico, che vede, in particolare per il periodo che intercorre dai primi del ‘900 ai giorni nostri, momenti di stretto rapporto tra gli "artisti delle arti visive" ed i musicisti.
- La presenza sempre più costante di prodotti "culturali" e di occasioni per la stessa produzione nei quali la "parola", il "suono" e "l’immagine" costituiscono gli ingredienti di una comunicazione articolata e complessa, talvolta, di alto valore artistico. Valga a tal fine ricordare come il Cinema, la Televisione o la Multimedialità si propongano come occasioni di incontro tra i diversi linguaggi che interagiscono in rapporto di collaborazione stretta, dando luogo ad operazioni culturali che si collocano come assolute e rivoluzionarie innovazioni al pari di quanto accaduto a partire dall’inizio del XVII secolo.
- La necessità di offrire, nello spirito della riforma, percorsi formativi che, oltre a detenere valori di eccellenza, si propongano come opportunità di alta flessibilità. A tale proposito la forte afferenza delle discipline musicali a quelle dello spettacolo, al cinema, alla televisione, alla produzione multimediale, alla promozione, valorizzazione e tutela dei beni culturali, impone la necessità che gli studi musicali possano orientarsi verso molteplici sbocchi, non individuati necessariamente in quelli tradizionalmente e limitatamente riservati all'attuale assetto delle Scuole di musica e dei Conservatori.

Ancora una volta queste ragionevoli considerazioni non hanno trovato un’attenzione adeguata in sede di riforma.


8.2 Gli indirizzi del nuovo liceo artistico

Il comma settimo dell’art. 2 della bozza di D.P.R. definisce gli indirizzi previsti nel nuovo liceo artistico, riprendendoli dal decreto legislativo n. 226 del 2005:

Il percorso del liceo artistico si articola, a partire dal secondo biennio, nei seguenti indirizzi:
a) arti figurative;
b) architettura, design, ambiente;
c) audiovisivo, multimedia, scenografia

Ancora una volta manca, anche in questa ipotesi di nuovo liceo artistico, un indirizzo fondamentale, riferito all’area dei Beni culturali e alla conservazione, indirizzo che noi crediamo di fondamentale importanza per il nostro Paese. A questo proposito non si trattava di inventare ex novo un indirizzo: era sufficiente scorrere i progetti di sperimentazione assistita per osservare come tutti, indistintamente, prevedessero al loro interno un percorso riferibile a questa area. Non aver inserito in un progetto di riforma un indirizzo di questo tipo conferma sia la superficialità impressionante con cui sono state trattate le sperimentazioni assistite dell’Istruzione Artistica, sia l’insipienza di chi dovrebbe dare pregnanza e prospettive a una manualità colta, basata anche su tecniche e saperi antichi, punto di partenza per un percorso formativo destinato a operatori della tutela, conservazione e restauro dei beni culturali, percorso che certamente non può esaurirsi in un ciclo secondario superiore ma che da questo trae linfa e competenze di base.

C’è da segnalare che, almeno in un punto, i gravi limiti e le lacune del decreto legislativo 2005/226 nella definizione degli indirizzi dell’Istruzione Artistica sono stati corretti, sia pure in maniera parziale, se non insoddisfacente.
Nella bozza di D.P.R. all’articolo 6, comma primo, il secondo indirizzo architettura, design, ambiente viene ora almeno suddiviso in due sezioni:
- Sezione Architettura e Ambiente
- Sezione Design
Questa divisione era assolutamente indispensabile per correggere gli schematismi insostenibili del decreto legislativo 2005/226, che rifletteva inadeguatezza di quell’impianto nell’accogliere tutti i comparti dell’Istruzione Artistica, in primis la realtà complessa degli Istituti d’Arte. Nella sostanza il semplicismo del decreto legislativo 2005/226 nella parte riferita al nuovo liceo artistico rifletteva la volontà, inespressa, del legislatore di abbandonare gli Istituti d’arte (o di una parte importante di essi) al loro destino.
Ma anche aver suddiviso l’indirizzo architettura, design, ambiente in due sezioni (Architettura e ambiente, Design) non è da ritenersi un passo ancora sufficiente perché quando si parla di design si fa riferimento in realtà ad una macroarea in cui, accanto a metodologie comuni nella progettazione di oggetti destinati alla produzione industriale o artigianale, coesistono problematiche e soluzioni tra loro diversissime.
È del tutto evidente come sia certamente opportuno, dove possibile, compattare indirizzi tra loro simili ma questo deve riflettere una logica di razionalizzazione che non va confusa con la manovra all’ammasso dell’Allegato B della bozza di D.P.R. in cui si prevedono di unificare all’interno di un’unica sezione ben ventisei tra sezioni ordinamentali e progetti assistiti, più un numero imprecisato di sperimentazioni autonome 29. Erano possibili altre soluzioni? Noi pensiamo di sì. Sarebbe quindi opportuno articolare la sezione del Design in ambiti più ristretti, tra loro omogenei, in cui raggruppare ad esempio Arte dell’oreficeria, Arte dei metalli e oreficeria, Arte dei metalli, Arte del corallo, Arte del metallo e oreficeria arredo chiesa, Arte e restauro dell’oro e metalli preziosi, Arte e restauro dei metalli, Arte e restauro del corallo, più le sperimentazione autonome appartenenti al medesimo filone.
Ma che c’azzecca Arte del merletto e del ricamo con quanto sopra? Non sarebbe più corretto inserire quest’ultima in un ambito omogeneo con Moda e costume, Arte del Tessuto, Arte del tessuto, Decorazione e arredo della chiesa, Arte e restauro del tessuto e del ricamo?


8.3 La seconda lingua straniera

Analizzando l’impianto del nuovo Liceo Artistico non ci si può esimere da alcune riflessioni sull’introduzione nel curricolo di una seconda lingua straniera. Come dovrebbe essere noto negli indirizzi ordinamentali degli Istituti d’Arte e dei Licei Artistici esisteva sul versante delle lingue straniere una carenza insopportabile. C’è da precisare che sia i progetti di sperimentazione assistita che i P.O.F. delle singole istituzioni scolastiche avevano già da tempo sopperito a questa lacuna con iniziative proprie introducendo, di fatto, lo studio della lingua inglese, vuoi nell’ambito curricolare, vuoi nell’area facoltativa. Ora questa carenza viene finalmente colmata in maniera organica ma le scelte di “contorno”, legate all’introduzione obbligatoria di una seconda lingua straniera, rischiano di annullare l’indubbio beneficio, con danni “collaterali” sulle restanti parti dell’impianto curricolare. Non si può sottacere che un maggiore equilibrio si sia manifestato nella stesura dei curricoli del liceo classico e del liceo scientifico. Se per il liceo classico già il decreto legislativo n.226/2005 aveva escluso la seconda lingua straniera, ora anche il piano orario previsto per il liceo scientifico si orienta in questa direzione (in considerazione della necessità di riservare allo studio del latino lo spazio orario indispensabile per apprendere la grammatica della lingua). Ora, delle due l’una: o il latino è una lingua viva spendibile ad esempio in ambito comunitario oppure il suo mantenimento è stato dettato per le indubbie connotazioni formative della disciplina. Ma se così è, medesima attenzione e prudenza non dovevano essere dedicate anche nei confronti delle discipline tradizionalmente presenti nell’indirizzo artistico? O si pensa che quest’ultime afferiscano ad ambiti culturali di rango inferiore al latino? In realtà l’introduzione della seconda lingua straniera, in astratto un’iniziativa positiva, comporterebbe una inevitabile compressione sia delle discipline caratterizzanti e di indirizzo che già faticano a trovare una loro collocazione oraria dignitosa e funzionale, sia delle discipline di area scientifica e tecnologica che di fatto risulta indebolita se non inadeguata, specie nel biennio iniziale. È quindi improponibile una sua collocazione in un curricolo già complessivamente mortificato, per precisa scelta ministeriale.


8.4 La presenza delle discipline scientifiche nel biennio e nel curricolo

Gli estensori del curricolo del Liceo Artistico sembrano aver trascurato alcuni “dettagli” non del tutto insignificanti, specie nell’individuazione delle discipline da inserire nei primi due anni del corso di studi. Innanzitutto va ricordato che il biennio propedeutico rientra oggi nell’obbligo scolastico e che per alcuni allievi esso potrà anche rappresentare la conclusione del ciclo di studi. È quindi indispensabile che in questa fase siano presenti discipline che sviluppino e affinino competenze indispensabili alla crescita e alla maturazione dell’individuo. Anche le discipline scientifiche assolvono da questo punto di vista un ruolo importante: si pensi al loro possibile contributo nell’educazione all’ambiente, a una adeguata sensibilizzazione verso le problematiche energetiche e dei consumi responsabili e sostenibili, tutte questioni di rilevanza epocale sui quali i diritti di cittadinanza potranno liberamente esercitarsi a condizione che gli individui posseggano adeguate chiavi di lettura. Ma le scienze concorrono anche alla formazione di una forma mentale che diventa essenziale nei passaggi metodologici tipici di queste scuole, quando dall’idea iniziale si passa al progetto e da questi al prodotto.
Tutto ciò sembra essere totalmente ignorato nella designazione e nella distribuzione delle discipline scientifiche che, quando presenti30
, sono concentrate nella fase finale del ciclo quinquennale, “mimando” (e peggiorando) l’impostazione del vecchio ordinamento dell’istituto d’arte che si vorrebbe, a parole, superare. Per queste ragioni si chiede un loro spostamento nella fase iniziale del ciclo di studi, anche dare seguito concreto alle doglianze dell’attuale Ministro M. Gelmini che nell’audizione del 10 Giugno 2008 alla VII Commissione della Camera dei Deputati affermava:
Nelle comparazioni internazionali i nostri studenti risultano tra i più impreparati d’Europa. Le indagini OCSE-PISA, che misurano le competenze in ambito matematico e scientifico, la capacità di lettura e di soluzione dei problemi da parte dei quindicenni, collocano l’Italia ai livelli più bassi della classifica. Tra 57 Paesi siamo al trentatreesimo posto in lettura, al trentaseiesimo in cultura scientifica, al trentottesimo in matematica. Peggio di noi in Europa sono solo Grecia, Portogallo, Bulgaria e Romania, mentre meglio di noi Lituania e Slovenia. Negli ultimi sei anni siamo scivolati ancora più in basso.

Ora ci si chiede: l’impostazione di questo biennio e più in generale nel nuovo Liceo Artistico va nella direzione sollecitata dal Ministro? La nostra risposta è no! In realtà la politica italiana dimostra nei confronti degli standard europei e internazionali uno strabismo intermittente: ci si riferisce ad essi quando si disquisisce di efficacia/efficienza del sistema scolastico ma questi riferimenti vengono rapidissimamente abbandonati quando si deve discutere di investimenti e di retribuzioni degli insegnanti. Ma perfino in un’operazione tutto sommato priva di sostanziali connotazioni economiche come la collocazione delle discipline risente di queste improvvise amnesie. È possibile porre rimedio?



8.5 L’assenza di competenze tecnologiche nel nuovo Liceo Artistico

Un altro degli scivoloni culturalmente neo-conservatori che affiorano a sprazzi in questa riforma si coglie dalla cancellazione nei curricoli di qualsiasi spazio riservato alla tecnologia, presente nell’indirizzo ordinamentale degli Istituti d’Arte ma anche nei curricoli delle sperimentazioni assistite come il Brocca. Nel momento in cui si va alla riunificazione dei Licei Artistici e degli Istituti d’Arte si cancella una disciplina di cerniera tra l’ambito scientifico e quello del fare artistico, elemento di unificazione tra due aree apparentemente lontane. Noi riteniamo che anche questa scelta vada corretta, individuando per questa disciplina uno spazio adeguato nella parte finale del ciclo di formazione.


8.6 Le discipline audiovisive

La lettura attenta degli obiettivi specifici di apprendimento contenuti nel decreto legislativo. 226/2005 riferiti a questa disciplina fanno ritenere impropria la sua collocazione nel biennio iniziale. Gli argomenti previsti sono infatti notevolmente complessi, difficilmente affrontabili in un ciclo iniziale di studi: conseguentemente se ne chiede lo slittamento al triennio successivo.


8.7 Perché due bienni e un monoennio finale?

I nuovi licei riprendono lo sviluppo del curricolo già presentano nella “riforma Moratti” prevedendo in alternativa a un più logico biennio iniziale seguito da un triennio, uno sviluppo basato su due periodi biennali e di un anno finale conclusivo. Poiché la valutazione alla fine dei due bienni, prevista al comma 3 dell’articolo 13 del decreto legislativo n. 226/2005 è stata nel frattempo abolita che senso ha il mantenimento dei due bienni, se non è più possibile parlare di biennio valutativo? Non è questo un modo per precostituire le condizioni per l’accorciamento del ciclo della secondaria superiore a quattro anni di cui vagheggiava il Ministro qualche mese fa, dopo il suo insediamento? E conoscendo la sensibilità da sempre dimostrata nei confronti della continuità didattica, questa formale soluzione di continuità tra quarto e quinto anno come influirà sul mantenimento delle classi? Anche questo aspetto meriterebbe un’adeguata attenzione.
27 Se si prende come riferimento il curricolo de progetto assistito Michelangelo, diffuso sia nei Licei che negli Istituti d’Arte, nel biennio la riduzione del monte ore è del 15%.
28D’ora in poi bozza di D.P.R.
29 Citiamo per completezza di informazione quali dovrebbero essere i percorsi del previgente ordinamento che dovrebbero essere riunificati nella stessa sezione di design, tralasciando tutti i progetti di sperimentazione autonoma.
ISTITUTI D’ARTE - Sezioni ordinamentali: Arte del mobile, Arte della ceramica, Tecnologia ceramica, Oreficeria, Arte dei metalli e oreficeria, Moda e costume, Arte dei metalli, Arte del corallo, Arte del legno, Arte del tessuto, Arte del vetro, Arte della porcellana, Arte del metallo e oreficeria arredo chiesa, Arte del tessuto, decorazione e arredo della chiesa, Arte del merletto e del ricamo. PROGETTO SPRIMENTALE MICHELANGELO - Indirizzi: Disegno industriale, Moda e costume, Arte e restauro della ceramica, Arte e restauro dell’oro e metalli preziosi, Arte e restauro dei metalli, Arte e restauro del corallo, Arte e restauro delle opere lignee. Arte e restauro del tessuto e del ricamo, Arte e restauro del vetro, Arte e restauro del libro. PROGETTO SPERIMENTALE LEONARDO Indirizzi: Architettura e design
30 La fisica ad esempio scompare dalle discipline obbligatorie del curricolo nell’indirizzo Arti Figurative. La disciplina di chimica e laboratorio tecnologico, presente negli indirizzi ordinamentali degli Istituti d’Arte e in quasi tutti i progetti assistiti, viene totalmente cancellata.

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