6. Prima della Gelmini il nulla?

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Abbiamo assistito in questi mesi a campagne pubblicitarie tese a contrabbandare le iniziative messe in campo nell’Istruzione Pubblica dal duo Tremonti-Gelmini come titaniche imprese per rimettere ordine al caos quasi secolare in cui sarebbe precipitata progressivamente la Scuola Pubblica italiana: l’unica riforma, degna da ricordare, sarebbe a questo punto quella del Ministro Giovanni Gentile. Ora è pur vero che viviamo in un clima di revisionismo storico a tutto campo, è pur vero che la Scuola Pubblica soffre di molti mali, in primis per l’abbandono in cui è stata lasciata dai tanti, troppi, Governi che si sono succeduti ma se i riferimenti culturali o i modelli ispiratori dell’attuale Ministro sono questi c’è davvero da rabbrividire.
In realtà negare “in toto” il valore dell’attuale Sistema Formativo serve a delegittimare l’esistente, in modo da tacciare di conservatorismo chiunque, anche timidamente, tenti un approccio diverso. Tutto questo per fare tabula rasa dell’esistente e poter imporre un nuovo modello “leggero” e “compassionevole” di Scuola Pubblica, che permetta non tanto un’auspicabile efficienza ed efficacia dell’intero sistema, quanto consentire la riduzione banale e brutale della Spesa Pubblica, obiettivo primario dell’attuale maggioranza.
Ma le cose non stanno, per fortuna, così. In questi decenni abbiamo assistito, accanto ai guasti, alle molte iniziative messe in campo per sopperire alla lentezza nell’innovazione e nella modernizzazione dei curricoli e dei programmi, a volte per felici intuizioni di qualche politico “illuminato”, molto più spesso per l’impegno dei tanti che nella scuola lavorano con passione e intelligenza,. Nella Secondaria Superiore, che è quella che più ha risentito dell’immobilismo delle politiche scolastiche, numerosissime iniziative di sperimentazione sono state avviate da decenni, a partire dalla realtà delle singole scuole. Altre sperimentazioni, cosiddette “assistite” sono state inoltre promosse dalle varie strutture del Ministero della Pubblica Istruzione, trovando una notevole disponibilità a livello delle istituzioni scolastiche del territorio. In particolare si vuole qui prendere in esame quelle sperimentazioni assistite, promosse dal Ministero che hanno coinvolto, a vario titolo, l’Istruzione Artistica. Questa scelta, sicuramente riduttiva rispetto al panorama più generale della Sperimentazione nell’Istruzione Artistica, è dettata dall’esigenza di individuare, se esistono, modelli di riforma già in itinere che, per scala di applicazione, per durata, per le verifiche a cui sono stati regolarmente sottoposti in questi anni, permettano di cogliere spunti per percorsi di riforma aderenti alla realtà, rodati dall’esperienza, evitando di rincorrere le chimere dei novelli Nerone che “vorrebbero distruggere Roma per farla rinascere più bella e più grande di prima”14.


6.1 Le sperimentazioni assistite nell’Istruzione Artistica
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Come ben documentato nell’intervento di Valerio Vivian16, docente di Storia dell’Arte presso l’ISA di Venezia, al Convegno “Quale futuro per l’istruzione artistica?” svoltosi 11/12/2008 a Venezia presso il locale Istituto d’Arte, la storia degli Istituti d’arte e dei Licei Artistici è lunga e affonda le sue radici, almeno per gli ISA, ben prima del Regio Decreto del 1923, legato al nome del filosofo Giovanni Gentile. I limiti del loro impianto vengono comunque messi in luce dalle contestazioni sul finire degli anni ’60. Il 1969 segna una svolta anche per questo comparto con la liberalizzazione degli accessi all’Università e l’introduzione del quinto anno integrativo per il Liceo Artistico. Per gli Istituti d’Arte, a partire dal 197017 l’inserimento di un biennio sperimentale, successivo al triennio di base, introduce anche per gli ISA un ciclo quinquennale, con la possibilità per i diplomati di un libero accesso alle facoltà universitarie.
Si trattava in ogni caso di due iniziative tampone, prive della organicità necessaria per un reale ammodernamento complessivo dei curricoli.
In ogni caso, nel 1974, l’approvazione del D.P.R. 31/05/74, n. 419 ha fornito importanti strumenti “suppletivi” di rinnovamento della scuola italiana e dell’Istruzione Artistica nello specifico. Esso è infatti dedicato alla sperimentazione: l’art. 3 ha aperto la strada alle sperimentazioni di ordinamento, mentre l’art.2 ha consentito le sperimentazioni metodologico-didattiche. In assenza di interventi legislativi, la sperimentazione autonoma, proposta ed elaborata direttamente dalle singole istituzioni scolastiche, è stata per circa un ventennio il solo strumento per veicolare all’interno dell’ Istruzione Artistica tutti gli interventi innovativi necessari sia per migliorare l’offerta formativa in relazione alle nuove esigenze provenienti dalla realtà sociale e produttiva, sia per dare organicità e senso compiuto al percorso quinquennale.
Per tutto questo periodo brilla per assenza di iniziative proprie l’Ispettorato all’Istruzione Artistica che solo nel 1988 è in grado di presentare un proprio progetto assistito, il Progetto Leonardo, limitato tuttavia ai soli Licei Artistici, a quasi vent’anni dall’introduzione dell’anno integrativo. Più che un progetto di sperimentazione, che dovrebbe per definizione prefigurare percorsi nuovi, testandone limiti e potenzialità, andrebbe definito come un atto notarile di riordino di una situazione de facto ormai consolidata, in cui l’ordanimentale non è più in grado di far fronte alla sfida della liberalizzazione degli accessi universitari.

14 I dati utilizzati nel paragrafo seguente e riferiti alle singole strutture scolastiche, afferenti direttamente all’Istruzione Artistica e coinvolte a vario titolo in sperimentazioni, sono stati tratti dal sito del Ministero della Pubblica Istruzione, più precisamente:
per gli ISA-
per i LAS -
http://www.pubblica.istruzione.it/scuola_e_famiglia/licartspe.shtml
Si tratta di dati da prendere con le pinze, perché non perfettamente aggiornati ma che rappresentano in ogni caso un buon colpo d’occhio sulle sperimentazioni nell’Istruzione Artistica. Dati più certi si potranno ottenere incrociandoli con altre fonti, quali i POF delle singole istituzioni scolastiche.
15 Per i Progetti Assistiti Leonardo, Brocca e Michelangelo le informazioni riportate in questo paragrafo sono tratte dal sito ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione, nella sezione destinata all’informazione rivolta alle famiglie:
http://www.pubblica.istruzione.it/scuola_e_famiglia/artistica.shtml.
Per il progetto “Curricoli dell’Autonomia” il materiale è tratto da:
http://www.pubblica.istruzione.it/argomenti/autonomia/progetti/default.htm
Dove necessario i passi dei testi ufficiali sono evidenziati in corsivo.
16 Pubblicato in: http://www.cesp-pd.it/doc0809/CESP111208_VE_VIVIAN.doc
17 Legge 14 Settembre 1970, n. 692 Articolo 1
“…Sempre ai fini di sperimentazione, con effetto dall’anno scolastico 1970-71 e sino alla riforma dell’istruzione artistica nel quadro dell’Istruzione Secondaria Superiore, saranno istituiti presso gli Istituti Statali d’Arte che ne facciano richiesta, con Decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione previo parere di una Commissione di esperti nominata e presieduta dal Ministro stesso, corsi biennali che estendano la durata degli studi a cinque anni e consentano ai giovani una formazione culturale ed artistica di livello di scuola secondaria di secondo grado quinquennale...”

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