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6.2 Un confronto del peso dei curricoli nelle sperimentazioni assistite dell’Istruzione Artistica con i propri indirizzi ordinamentali e con quelli degli altri ordini di scuola

Nell’Istruzione Artistica volendo effettuare innanzitutto un confronto serio tra gli impianti curricolari degli indirizzi sperimentali e quelli ordinamentali si deve prima di tutto aver chiaro il punto di partenza: quali sono, di fatto, gli indirizzi ordinamentali dei Licei Artistici e degli Istituti d’Arte a cui far riferimento? Sembrerebbe una domanda oziosa ma non lo è. In altri termini: per il Liceo Artistico ci si deve riferire al vecchio corso quadriennale? E per gli Istituti d’Arte il punto di partenza è il corso triennale di Maestro d’Arte? Suvvia, occorre almeno un po’ di decenza, anche per argomentare le ragioni di bassa macelleria che sottendono le manovre di questo Governo sulla Scuola Pubblica. Scrive l’ignoto estensore della Relazione Illustrativa dello Schema di Regolamento recante norme concernenti il riordino dei licei, ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133: “.. le sperimentazioni, quali che siano, hanno comportato l’incremento medio di 5-6 ore degli orari settimanali di insegnamento nei licei classico, scientifico e linguistico. Non fa eccezione il liceo artistico, cui le sperimentazioni assegnano uno sviluppo quinquennale per un importo orario annuale di 40 ore circa”. Emerge in questa affermazione il dolore dello strenuo difensore del contenimento della spesa pubblica, costi quel che costi, anche a scapito dell’intelligenza. È del tutto evidente che riferirsi al vecchio ordinamento quadriennale del Liceo Artistico per affermare che le sperimentazioni assistite (dal Ministero) nell’Istruzione Artistica hanno comportato tout court un incremento di ore (e di spesa) è far riferimento a un modello pregresso morto e sepolto, se non dalla Storia almeno dalla liberalizzazione agli accessi universitari, conquista civilissima della fine degli anni sessanta. Ma per sostenere la sua incauta affermazione il documento è costretto a tacere sui curricoli che dovrebbero essere presi a riferimento per gli Istituti d’Arte, ben sapendo l’insostenibilità della sua tesi, poiché i corsi quinquennali ordinamentali di questo ciclo di studi sono impostati su trentanove ore settimanali e argomentare l’esplosione delle ore sulla base del corso triennale è del tutto indifendibile, anche agli occhi di un ignaro profano .
Orbene, nell’Istruzione Artistica, tutti i progetti assistiti che si sono succeduti dopo il Leonardo (che, ripetiamolo, ha solo messo ordine a posteriori nei Licei Artistici, con il superamento del quadriennio con l’aggiunta dell’anno integrativo) hanno un impianto orario assolutamente in linea con la situazione preesistente, quando non abbiano previsto, nei fatti, una lieve contrazione 23.

Perchè questa continuità nella dimensione oraria dei curricoli dei progetti assistiti nell’Istruzione Artistica, che risultano sicuramente più corposi degli altri indirizzi, come quelli liceali?
La risposta è semplice: il processo del fare arte è lungo e complicato, non è un puro conato ideativo, come può ancora pensare qualcuno, è viceversa un percorso che richiede certamente creatività ma nel contempo stimoli pluridisciplinari, conoscenza di linguaggi complessi, tecniche, manualità.
Da questo punto di vista gli Istituti d’Arte e i Licei Artistici, hanno da tempo acquisito una comune identità, anticipando nei fatti il “ Liceo delle Arti” uniformando i loro ambiti di ricerca con strette analogie di lavoro, sia sul piano metodologico che su quello dei contenuti.
Scrivevano in un bel documento del 2002 24, che meriterebbe una rivisitazione, un cospicuo gruppo di Dirigenti Scolastici coordinati da un Ispettore Ministeriale 25:

“Negli istituti si è mirato a ricondurre l’arte applicata nell’alveo dell’arte tout court, anche con la chiara volontà di contrapporsi a quel luogo comune che tende – ancora oggi - a classificare gerarchicamente l’attività creativa, relegando l’oggetto d’uso all’ultimo gradino della scala e persino a metterne in discussione la sua validità estetica.
Nel contempo, nei licei si è sviluppata un’ampia attività di laboratorio inteso non come il luogo dell’addestramento e della pura esecutività, ma come uno spazio fisico e mentale in cui nascono, si affinano, si verificano le idee, lo spazio della formazione operativa e critica, all’interno di un metodo di apprendimento attivo che ha rappresentato e continua a rappresentare il riferimento di pensiero cui ogni azione didattica quotidiana viene ricondotta.
…Si è affermato un nuovo modo di intendere e di praticare la manualità: modalità cognitiva in cui mano e cervello assumono pari dignità, che consente la ricomposizione del nesso teoria-prassi in positiva tensione progettuale e creativa.
Di conseguenza, per progetto si è inteso un modo di intervenire nella realtà, un modo personale, critico, sintetico, espressivo, inventivo, innovatore di affrontare la complessità; progetto come prodotto, cioè come fase terminale di un percorso di ideazione che si realizza attraverso l’utilizzo programmatico di strumenti esecutivi e che si fonda sulla conoscenza profonda dei materiali e delle tecniche.”

Tutto questo richiede tempi, ambiti disciplinari, spazi, attrezzature, materiali che la scuola è chiamata a garantire, né si può ragionevolmente pensare di delegare anche parte di questo processo all’impegno individuale degli allievi in abito domestico. Questa è la ragione di fondo per cui in tutti i curricoli dei progetti assistiti ma anche, si deve riconoscere, nelle disposizioni legislative messe in campo dall’ex Ministro alla Pubblica Istruzione L. Moratti e perfino nelle attuali ipotesi governative l’Istruzione Artistica ha avuto riconosciuti impianti curricolari di dimensioni complessive superiori a quelli assegnati ad altri percorsi formativi.
Il punto però è un altro: se i curricoli degli attuali progetti assistiti, in particolare quelli legati all’Autonomia, così come sono stati “interpretati” dalle scuole che li hanno adottati, sono adeguati a garantire il percorso formativo indicato più sopra, lo sono anche quelli che dovranno essere posti in essere a partire dal 2010/2011?

23 Il perché di questa “benevola” affermazione sarà argomentato nel paragrafo successivo.
24
http://www.unams.it/Secondarie/Convegni/Archivio_convegni/Forum_18-1-02-testo.html
25 Letterio Vitale, Ispettore coordinatore, Antonella Barbarossa, Conservatorio Vibo Valentia, Danilo Borghi, Dirigente I.S.A. Massa, Lionello Cammarota, Conservatorio Roma, Benito Carletti, Dirigente scolastico I.S.A. San Sepolcro (Arezzo), Bernardo Carli, Dirigente scolastico L.A.S. Piacenza, Silvio Cattani, Dirigente I.S.A. Rovereto (Trento), Pasquale Covella, Dirigente scolastico I.S.A. Corato (Bari), Mariagrazia Dardanelli, Dirigente scolastico I.S.A. Roma 2
Antonio De Ruosi, Dirigente I.S.A. Udine, Rolando Giovannini, Dirigente I.S.A. Faenza, Ilario Luperini, Dirigente scolastico I.S.A. Pisa, Giovan Battista Maderna, Dirigente L.A.S. Milano, Rolando Meconi, Dirigente scolastico L.A.S. "M. Mafai" Roma, Lino Miccichè, Presidente Scuola Nazionale del Cinema, Annibale Rebaudengo, Conservatorio Milano, Vittorio Servadei, Dirigente I.S.A. Forlì, Leonardo Taschera, Conservatorio Milano, Claudia Termini, Conservatorio Parma, Fausta Tocchio, Dirigente scolastico I.S.A. Imperia, Emore Valdessalici, Dirigente scolastico I.S.A. Parma, Andrea Volo, Docente Accademia Belle Arti di Frosinone, M. Concettina Zucchellini, Conservatorio La Spezia.

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